CHI SIAMO

Teatro shalom

50° ANNIVERSARIO 1974-2024

“I nostri primi 50 anni”, un traguardo molto importante che abbiamo raggiunto, con una grande soddisfazione! Cinquanta anni attraverso i quali il nostro teatro ha subito una enorme trasformazione: da teatrino parrocchiale a teatro riconosciuto a livello nazionale.
Il Teatro Shalom voluto dal primo Parroco Don Nello Pecchioli, che chiamò come primi collaboratori il Prof. Giovanni Lombardi, per molti anni direttore artistico del teatro, e Giampiero Becherelli, attore poliedrico, che nella fase iniziale ha fatto conoscere a tante compagnie di livello nazionale il nostro teatro.
Cinquanta anni durante i quali si sono succeduti tanti volontari che hanno contribuito con la loro passione a far vivere questo piccolo teatro di provincia per così lungo tempo. Un miracolo che continua a rinnovarsi anno dopo anno, ben descritto da un articolo del critico de La Nazione Paolo Emilio Poesio “Far teatro per amore”, che ha centrato l’essenza del nostro teatro. Senza tutti questi volontari collaboratori il Teatro Shalom non sarebbe potuto andare avanti, causa i costi insostenibili per un piccolo teatro come il nostro. Tanti volontari collaboratori che hanno reso grande il nostro teatro e che ho avuto la fortuna di conoscere in massima parte. Tanti volontari collaboratori che vorrei ricordare uno per uno per l’importanza che hanno avuto in questi cinquanta anni di vita del teatro. Non è possibile farlo, visto l’ampio numero, ma consentitemi di ricordare Gastone Bonucci, vice Presidente del teatro, che con sua moglie Emanuela Peruzzi ha dedicato tantissimi anni alla felice gestione del teatro.
Come non ricordare poi tutti i Parroci che dopo Don Nello Pecchioli si sono succeduti e hanno proseguito nell’azione meritoria di volere a tutti i costi un teatro nella Parrocchia, come servizio non solo alla Parrocchia stessa, ma a tutta la città di Empoli.

La nostra struttura

Il Teatro

Tipico esempio di struttura medio-piccola legata all’associazionismo parrocchiale, il teatro risale all’inizio degli anni ’70 e ha assunto l’attuale redazione dopo i lavori di adattamento eseguiti nel 1980-82 su progetto dell’architetto Ancillotti.

  • Sede: Via Busoni, 24/26 EMPOLI FI
  • Tel. 0571 77528
  • Cell. 377 3504964
  • Sito internet https://teatroshalom.it
  • Proprietà privata
  • Numero posti 298
  • Larghezza boccascena 6.60 m
  • Larghezza palcoscenico 9 m
  • Profondità palcoscenico 8.5 m
  • Altezza graticcia 9.20 m, graticcia presente solo per 4 m di profondità del palco
  • Carico elettrico 42 kw
  • Declivio 0.63%
  • Buca per orchestra NO
  • Camerini 6
  • Scarico materiale ottimo

I volontari del Centro Culturale Shalom

Consiglio direttivo

Presidente
DON VINCENZO LO CASTRO

Direttore artistico
PAOLO ZONDADELLI

Segretaria
MARA ARRIGHI BORGIOLI

Consiglieri
MASSIMO CORRIERI, LOREDANA D’ERMILIS, ANGIOLO GIACCIO, ALESSIA GIRALDI, PAOLO GRILLI

 

Collaboratori / Volontari

Daniela Bartolini, Elisa Belli, Francesca Boschi, Carlotta Campigli, Franca Campigli, Maria Cantiello, Silvia Cecchi, Maurizio Corrieri, Francesca D’Amico, Gina De Paola, Roberta Fattorini, Stefania Ferrucci, Daniele Forconi, Beatrice Fusi, Paolo Galli, Silvia Gargani, Edj Gherardini, Sara e Rossella Giannoni, Alessandro e Rosanna Lassi, Gabriella Lazzeri, Lucia Lelli, Stefania Lombardi, Liviana Lupo, Antonio Mannucci, Paolina Mastroberti, Beatrice Morosi, Loriana Panchetti, Giovanni Passaponti, Alessandro Pucci, Mario Russo, Eleonora Venturini, Tiziana Viti.

Far teatro per amore

E’ il caso dello Shalom di Empoli che assicura alla città un giro interessante di spettacoli
Di scena Cècov e Pirandello

Mi raccontava un giorno il borgomastro di Bochum, centro minerario della Germania federale, che appena finita la guerra, mentre la città era un ammasso di rovine, il primo edificio a essere ricostruito fu il teatro locale. La decisione dettata dalla considerazione che in un momento così drammatico occorreva pensare subito a risollevare lo spirito della cittadinanza. D’altro canto, in Polonia, a pochi chilometri da Cracovia, il teatro Nowa Huta nacque, all’indomani della guerra, accanto alle acciaierie Lenin, per elevare il morale di una popolazione costretta a vivere in condizioni altrimenti alienanti, in quello che veniva chiamato il “deserto di cemento”.

Questi due episodi mi sono tornati alla mente sere or sono Empoli: città un tempo dotata di un bellissimo teatro il “Salvini” a pianta italiana (la pianta, cioé, che ebbe, per capostipite la Pergola dì Firenze) dove si avvicendarono nel secolo scorso e nel nostro le maggiori compagnie di prosa.

Questo teatro andò in polvere, né fu ricostruito. Al suo posto nacque una sala cinematografica. Così che se oggi Empoli non è totalmente tagliata fuori dal “giro” delle compagnie primarie (va ricordato che la città ha anche un passato glorioso in fatto di filodrammatiche, dalla “Salvini” a quella di Cesare Lumachi per ricordarne almeno due) lo si deve all’iniziativa coraggiosa e generosa di un gruppo di appassionati che ha
riattato, abbellito, ampliato — superando problemi di ogni genere e accollandosi oneri finanziari assai pesanti, da ammortizzare a fatica — alcuni ambienti di via Busoni nati come teatrino periferico e oggi tramutati in un accogliente, elegante locale con un bel palcoscenico: il teatro Shalom.

Miracoli del genere, probabilmente, ne accadono un po’ in tutta quella che viene ancora chiamata la “provincia”, là dove, almeno, non intervengono le pubbliche amministrazioni.
Ma sono miracoli che generalmente sfuggono all’attenzione dei più, anche se, invece, proprio di miracoli del genere si dovrebbe parlare più di quanto si parli dei non-miracoli correnti.

Di anno in anno, nei limiti delle possibilità (i costi delle compagnie sono alti, e vanno via via crescendo) il teatro Shalom assicura quindi al suo pubblico un programma variato, nel quale accanto ai maggiori spettacoli di prosa della stagione si allineano spettacoli più leggeri, in vernacolo, ma sempre rispondenti a un certo livello di qualità. Mentre poi, nell’ambito dello Shalom, opera anche un gruppo di giovani che vogliono “far teatro” e lo fanno senza pseudo-divismi. Ma sarebbe parecchio ingusto dimenticarsi di dire che tutti gli animatori di questo teatro si adattano alle funzioni anche più umili, dànno una mano
nei settori più disparati per rispettare una sana forma di amministrazione evitando spese superflue, e realizzando, al contrario, intelligenti economie.
Paolo Emilio Poesio

C’è in provincia un teatro felice

Trenta rappresentazioni, 15.000 spettatori

IL TEATRO, fortunatamcnte, non vive solo in città per merito di appassionati e di volenterosi, più spesso per il contributo degli enti locali, le manifestazioni teatrali raggiungono anche la provincia e si sono già conquistate un loro pubblico che fa bene sperare sulle prospettive future.

Proprio in sede di bilanci annuali, possiamo annoverare fra le strutture che si sono affermate nella passata stagione, il Teatro Shalom di Empoli la cui vita è sorretta dalla buona volontà di un gruppo di dirigenti alcuni dei quali facevano già parte di compagnie e di organismi teatrali che a Empoli, e fuori di Empoli, avevano acquistato larga risonanza.

Intendiamo riferirci all’attività della vecchia Filodrammatica “Tommaso Salvini” che ha saputo per decenni tenere alta la passione degli empolesi per il teatro e fornire testimonianze di una eridità che ancora oggi costituisce il fulcro del gruppo dirigente del teatro Shalom.

Ma passiamo ad una breve carrellata sulla attività svolta: sono state date oltre trenta rapprentazioni con compagnia di richiamo nazionale e con gruppi del teatro vernacolare e di avanguardia.

A questa attività si è aggiunta la felice iniziativa di un gruppo di giovani i quali hanno presentato con vivo successo “Sganarello medico per forza”, un lavoro nato dalla fusione di due lavori di Moliere. Si calcola che circa quindicimila siano stati, da novembre a marzo, gli spettatori dell’accogliente teatro di Via Busoni che si sta dimostrando troppo angusto rispetto alle richieste del pubblico e degli abbonati.

La stagione venne inaugurata da un recital di Giampiero Becherelli che testi di Pirandello e Cecov, cui seguirono nell’ordine: “Un tram che si chiama desiderio” con Philippe Leroy; “Il seduttore” di Fabbri con Giusepe Pambieri e la regia di Franco Enriques; “La parigina” di Beque con Paola Quattrini; “Anonimo veneziano” di Giuseppe Berto con ugo Pagliai; “La bugiarda” di Fabbri con Edmonda Aldini e la regia di Gianfranco Cobelli; “Matrimonio secondo Svevo” con Mila Vannucci e la regia di Massimo De Francovich; “I parenti terribili” di Cocteau con Lilla Brignone e Anna Mirercchi e, infine, “Il galantuomo e il mondo” con Renzo Giovampietro. Si tratta, come si vede, di spettavolo di alto livello, di compagnie che hanno lavorato nei più importanti teatri italiani: non si può nascondere che l’impresa, sotto il profilo economico, si è presentata (e si presenterà in futuro) piuttostro pesante e difficoltosa dal momente che i cachet delle compagnie sono molto alti, mentre gli introiti spesso non coprono le spese, anche perché il prezzo del biglietto è stato volutamente mantenuto entro limiti sopportabili dal cittadino medio.

Quest’anno è stata presa un’iniziativa che ha ottenuto un buon successo di partecipazione e di critica: ogni spettacolo di rilevo è stato presentato nella saletta del teatro da critici, registi, attori, docenti, attraverso un fecondo dibattito col pubblico – specialmente giovane – che ha partecipato foltissimo alle quattro conferenze organizzate.

Se questo è il bilnacio – compelssivamente positivo – quali sono le prospettive ? Lo abbiamo domandato al Presidente Valori che ci ha risposta: “Gli otti risultati della stagione passata ci hanno stimolato a impegnarci a fondo anche per il prossimo anno. I prohlemi che abbiamo di fronte non sono nè pochi, nè semplici, perché non disponiamo di nessun finanziamento o di aiuto diretto o indiretto. La gestione viene portata avanti volontariamente da un gruppo di appassionati, la prima base finanziaria ci viene dai soci – abbonati che sono circa 150. Proprio per uscire dalle secche di questa situazione e per allargare l’influenza culturale e educativa della nostra attività teatrale, ci proponiamo di mettere a disposizione
delle scuole cittadine il teatro Shalom, inteso conte strumento didattico integrativo dei normali programmi scolastici. Per esempio, quando verrà rappresentato il lavoro di un autore oggetto di studio da parte degli studenti degli istituti cittadini, dedicheremo una serata specifica per le scuole a prezzi modici: a tale proposito ci proponiamo di fissare quanto prima una riunione con i Presidi del Liceo Classico, del Liceo scientifico, dell’Istituto Magistrale, degli
Istituti tecnici e professionali che complessivamente raggruppano circa 2500 studenti Insisteremo sulle conferenze-dibattito, favoriremo il nostro gruppo locale di giovani che sta mettendo a punto un lavoro di grosso impegno. Posso anticipare che la prossima stagione sarà inaugurata con un lavoro di Pirandello proposto dalla compagnia di Giulio Bosetti e da una conferenza illustrativa dal titolo “Gramsci e il teatro di Pirandello.
GIOVANNI LOMBARDI

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Email: info@teatroshalom.it

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